G D P R O K

Loading

12083578 Wavy Bus 24 Single 11

Il Digital Services Act, Regolamento emanato dall’Unione Europea entrato in vigore nel 2022, rappresenta un importante passo in avanti verso la creazione di un ambiente digitale più sicuro e protetto per i consumatori europei. Le nuove regole, alle quali le grandi piattaforme hanno dovuto adeguarsi entro lo scorso 25 agosto, mirano a combattere la diffusione di contenuti illegali, proteggere la privacy degli utenti e garantire una maggiore tutela dei minori online, con sanzioni severe per i servizi che non rispettano quanto previsto.

L’entrata in vigore del Digital Services Act (DSA) nel 2022, ma soprattutto il termine per l’adeguamento alle sue disposizioni previsto per le grandi piattaforme lo scorso 25 agosto, segna un importante cambiamento nell’ambito del cosiddetto “Far West digitale”. Il nuovo Regolamento emanato dall’Unione Europea mira ad assicurare una maggiore salvaguardia della privacy e della tutela dei minori nel mondo online ed è stato concepito con l’obiettivo di estendere il principio secondo cui ciò che è illegale offline, dovrebbe altresì essere considerato illecito anche nel contesto digitale. In particolare, il Regolamento si pone lo scopo di istituire un ambiente online affidabile e sicuro, in cui i diritti dei consumatori siano fortemente protetti. Fondamentale caposaldo di quanto previsto all’interno del DSA è l’assunzione da parte delle piattaforme online di una serie di responsabilità. Una delle principali consta ad esempio nell’attuazione di sistemi di segnalazione dei contenuti illegali, per consentire agli utenti di denunciare ciò che ritengono illecito o inappropriato al fine di garantire un importante strumento di contrasto nella lotta contro la proliferazione di materiale illegale e la diffusione di disinformazione attraverso la rete. Le piattaforme sono poi tenute ad esaminare tali contestazioni e, se necessario, a rimuovere tempestivamente il contenuto segnalato. Le disposizioni conferiscono altresì un marcato accento sulla salvaguardia dei minori: in conformità al Regolamento, infatti, le piattaforme sono tenute ad adottare misure atte a garantire la giusta moderazione e prevenzione dei contenuti che possono risultare inappropriati o dannosi per il pubblico più giovane.

Un’altra rilevante disposizione contenuta nel nuovo Regolamento è quella relativa alla protezione dei dati particolari (cosiddetti “dati sensibili”) degli utenti e alla loro profilazione. Secondo questa nuova misura, contenuta all’Art. 26(3), che rimanda debitamente all’Art. 9(1) GDPR, le piattaforme non saranno più abilitate ad impiegare categorie speciali di dati personali degli utenti, quale ad esempio la loro origine etnica, opinioni politiche o orientamento sessuale, per la finalità di indirizzare annunci pubblicitari mirati. Tale provvedimento implica pertanto l’acquisizione di un grado superiore di controllo sulla privacy degli utenti nel contesto online, che saranno meno esposti a campagne pubblicitarie invasive fondate su informazioni personali di natura sensibile.

Inoltre, grazie al Digital Services Act, gli utenti europei delle piattaforme social avranno ora la possibilità di determinare se preferiscono fruire dei contenuti disposti in ordine cronologico o affidarsi all’operato degli algoritmi. Tale operazione assume rilevanza in quanto può agevolare il miglioramento dell’esperienza dei consumatori, consentendo loro di esercitare un maggior grado di controllo sulla natura del materiale visualizzato nel loro feed.

Attualmente, le disposizioni sinora presentate si applicano alle sole piattaforme online che contano almeno 45 milioni di utenti attivi mensili (le cosiddette “Veri Large Online Platforms” or “Search Engines”). Entro febbraio 2024, tale Regolamento troverà poi applicazione generalizzata e diffusa, seppur con determinati restrizioni e opzioni semplificate. Di conseguenza, numerosi importanti social network e servizi online, quali Amazon Store, AppStore, Booking, Facebook, Google, Instagram, LinkedIn, TikTok, Twitter (ora X), Wikipedia, Youtube e Zalando, hanno dovuto conformarsi a tali prescrizioni.

Interessante notare come la risposta da parte delle diverse piattaforme interessate dal Regolamento sia stata piuttosto eterogenea. Se infatti Meta ha reagito con favore instaurando un “Centro di Trasparenza” dedicato all’illustrazione di come gli algoritmi influenzino la presentazione dei contenuti consigliati, al contrario, altre piattaforme come Amazon o Zalando hanno avanzato una richiesta presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea per contestare la decisione della Commissione Europea che li ha categorizzati come grandi piattaforme online, soggette quindi a questi stringenti obblighi regolamentari.

L’impianto regolatorio previsto dal Digital Services Act si completa poi di un corposo ed importante impianto sanzionatorio. Alcune di queste sanzioni di carattere pecuniario possono arrivare sino al 6% del fatturato del soggetto coinvolto nelle violazioni e, in caso di recidiva, è prevista la possibilità di vietare l’operatività sul territorio dell’Unione Europea.

In conclusione, il Digital Services Act costituisce un passo in avanti di grande importanza verso la creazione di un ambiente digitale più sicuro e tutelato per i consumatori europei. Tuttavia, rimane da valutare come le piattaforme online risponderanno a tali nuove disposizioni e come saranno applicate le sanzioni in caso di infrazioni.

Fonti: Regolamento (UE) 2022/2065, Federprivacy, Altalex

Non rischiare pesanti sanzioni per la violazione del Regolamento Europeo in materia di protezioni di dati personali, richiedi una consulenza per scoprire come adeguarti in maniera semplice e veloce.

Articoli simili

Leave a Comment

logo

© Copyright 2021

Aliante SRL

P.IVA 12104420968

REA: MB – 2640961

Capitale sociale i.v. € 25.000

Realizzazione:

MayBee Comunicazione